Alcune riflessioni sulla fotografia clinica.
Dopo aver letto, nell’ultima newsletter dell’ISAPS, un editoriale del medico statunitense Bob Aicher sulla “foto pirateria”, sono stato stimolato a scrivere alcune riflessioni personali sull’argomento e in particolare sulla Fotografia Clinica.
Ho sempre ritenuto, fin dall’inizio della mia professione, che la Fotografia Clinica rappresentasse uno strumento indispensabile nelle mani del Chirurgo Plastico.
Ecco un elenco di quelli che secondo me dovrebbero essere gli obiettivi che il Chirurgo Plastico si prefigge con l’utilizzo della Fotografia Clinica:
– documentazione a scopo medico legale
– documentazione a scopo didattico
– documentazione a scopo autocritico
– documentazione a scopo progettuale
– documentazione a potenziamento o meno della propria autostima
In qualsiasi dei sopracitati obiettivi, il presupposto è che la Fotografia Clinica sia attendibile, correttamente e ripetitivamente eseguita, e di buona/ottima qualità visiva.
Nei decenni passati, nei Congressi Internazionali ai quali assistevo, mi vergognavo nell’ascoltare alcune pessime o scadenti presentazioni da parte di colleghi che non facevano altro che far apparire ai partecipanti il relatore modesto ed inaffidabile, o comunque poco attendibile anche se a volte esprimeva concetti interessanti.
La cosa appariva ancora più grave quando proveniva da ambienti universitari o di ricerca.
Per questo dovrebbe essere un dovere dei corsi di specializzazione, inserire nei loro programmi argomenti di perfezionamento in questo campo, come pure di speech.
L’avvento del digitale ha favorito il compito del Chirurgo Plastico. Da anni, infatti, non dipendiamo più da un professionista, e possiamo visionare ed archiviare immediatamente la documentazione in nostro possesso.
Vorrei illustrare nel dettaglio i cinque obiettivi sopracitati:
Scopo medico-legale
Dovrebbe essere un obbligo di legge conservare in archivio il pre e il post operatorio. Questo va a favore anche dello specialista in caso di eventuale contestazione.
Troppe volte sentiamo dire nelle diatribe processuali che il medico “non trova o ha perso la documentazione relativa“ al caso, senza che il Giudice punisca questo atteggiamento.
Scopo didattico
Prima considerazione: la documentazione è uno strumento indispensabile per l’insegnamento. Mette gli studenti nelle condizioni di apprendere al meglio le tecniche, di analizzare i particolari, e di valutare i risultati anche in relazione al tempo trascorso e quindi alla affidabilità.
Naturalmente quando si fotografano i pazienti e si proiettano le loro immagini, si viola la loro privacy. E questo è un primo punto dolente da regolamentare.
La seconda considerazione è la “appropriazione indebita di immagini non proprie”, quindi millantato credito. La rete è accessibile a tutti e non subisce controlli ed è ormai consuetudine abusiva “rubare“ immagini di colleghi e farle proprie.
La terza considerazione è la mistificazione dei risultati.
Sono presenti in rete, anche gratuitamente, software di fotoritocco che trasformano i risultati allo scopo di irretire la buonafede di chi li osserva per giudicare la professionalità del chirurgo. Tutto ciò è illegale oltre che deontologicamente scorretto.
Scopo autocritico
L’osservazione ripetuta dei propri risultati induce il Chirurgo Plastico a valutare e migliorare la propria tecnica e condotta.
Scopo progettuale
Molti professionisti tendono a mostrare sui loro siti, grazie a programmi di fotoritocco tipo Photoshop, i rendering del risultato.
E’ una pratica millantatoria ed illusoria.
Sappiamo benissimo la difficoltà che esiste nel riprodurre una tecnica chirurgica ed un pensiero.
Troppe sono le variabili, quindi si illude solo il paziente con aspettative irrealizzabili ed irrealistiche.
Potenziamento o depotenziamento della propria autostima
Sono due concetti molto importanti.
Spesso siamo indotti, al termine di un intervento, a pensare che avremmo potuto fare meglio o sbagliare meno.
Un’attenta e riflessiva osservazione delle immagini pre e post operatorie aumenta la nostra autostima nel caso in cui siamo stati troppo autocritici.
Anche un depotenziamento della nostra autostima rappresenta un evento positivo, laddove troppe volte ci siamo sentiti onnipotenti.
In conclusione, la fotografia rappresenta uno strumento fondamentale ed indispensabile per la professione di Chirurgo Plastico Ricostruttore ed Estetico, ma al tempo stesso con l’avvento delle moderne tecnologie, nuove problematiche impongono una più attenta utilizzazione delle immagini.
Dottor Giancarlo Liguori – Chirurgo Plastico Torino ©Riproduzione Riservata
Per qualsiasi altra informazione sulla Fotografia Clinica o su altri argomenti relativi alla Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, potete inviare una mail cliccando qui o contattare direttamente il Dr. Liguori a questa pagina.